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Nel saggio vengono analizzate le reazioni all'esperienza traumatica e radicalmente nuova del primo conflitto mondiale, soprattutto dal punto di vista della creazione di "miti" e immagini, consolatorie e rassicuranti per la popolazione non impegnata al fronte (nella forma di cartoline, opuscoli e materiale propagandistico con una versione "addomesticata" della guerra), incendiarie e rafforzative per i combattenti (con le rappresentazioni ferocemente caricaturali o violente del nemico). L'analisi si concentra poi sugli anni post-bellici, per capire come l'orrore per la tragedia appena vissuta sia stato rapidamente soffocato dal pervasivo "culto dei caduti" (espresso in particolare nell'architettura dei cimiteri militari), che ha contribuito a inasprire il nazionalismo e a preparare gli animi per il successivo conflitto.
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