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Dettagli

2022
5 maggio 2022
200 p., ill. , Rilegato
9788867009749

Descrizione

Simone Moro, uno dei più grandi alpinisti d'alta quota al mondo, racconta in questo libro la tragica spedizione del 1997 alla parete sud dell'Annapurna che lo ha visto sopravvivere miracolosamente a una valanga dopo essere precipitato per ottocento metri, ma che è costata la vita ai suoi due compagni di cordata. Perché erano lì in pieno inverno? Come mai avevano deciso di affrontare quella parete nella stagione più ardua? Quale era il loro obiettivo? Per rispondere a questi interrogativi, Simone Moro parte da lontano, dalla sua infanzia, e cerca di spiegare come mai ha fatto della montagna il suo mestiere, perché scalare è diventato la sua vita e che cosa significano per lui l'alpinismo e la verticalità. Ci racconta gli inizi, le prime esperienze, la sua maturazione, le sue paure, i suoi dubbi e la grande indimenticabile amicizia con Anatolij Bukreev, il grande alpinista kazako morto sull'Annapurna. Simone racconta, descrive, spiega. Ci fa sentire il freddo e la stanchezza e poi la solitudine e la disperazione della sua discesa dopo la valanga, con le mani ferite e inutilizzabili, i tendini recisi, e la sensazione di non farcela. Ma il vero dolore Simone lo prova quando non può più sperare nella salvezza dei suoi due compagni. Il suo racconto è però un inno alla montagna e a quell'amico che sarà sempre vivo nel suo cuore.

Valutazioni e recensioni

4,3/5
Recensioni: 4/5
(3)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

Libro stupendo, Consigliatissimo!!!!

Recensioni: 5/5

E' una descrizione senza troppi fronzoli delle esperienze di alta montagna fatte dal protagonista e dai suoi compagni di cordata negli anni. Il più interessante tra tutti è Anatoli Boukreev una specie di supereroe dell'alta montagna che era stato messo un po in cattiva luce per il libro sulla spedizione sull'Everest fatto da Krakauer che amo tantissimo come scrittore ma che probabilmente è più talentuoso come tale che come alpinista. Sono felice di aver appreso che la tradizione alpinistica italiana dopo Bonatti e Messner viene portata avanti da Moro nello stile dei suoi predecessori alla ricerca di una maggiore comprensione della montagna oltre che alla mera impresa sportiva.

Recensioni: 5/5

Simone Moro è un uomo portato all'azione e quindi la sua prosa, come ci si può aspettare, non si perde in fronzoli e racconti accessori: il libro ha un obiettivo e lui dà le necessarie informazioni di contesto, su di lui e sul Kazako Anatolij Bukreev, e poi va diretto al punto. L'avventura che racconta del loro tentativo di scalata invernale all'Annapurna è appassionante e incredibilmente audace. Decisamente oltre il limite del ragionevole, viene da dire dopo la tragedia; ma del senno di poi sono piene le fosse, e infatti so che se fossero riusciti nell'impresa ora commenterei diversamente. E' bello che Simone Moro abbia scritto questo libro anche per testimoniare la personalità di Anatolij Bukreev e la grande amicizia che per poco più di un anno li ha resi compagni di tutte le loro imprese. Simone Moro torna ripetutamente sugli aspetti morali e psicologici alla base dell'amicizia. Non va molto in profondità, tuttavia il carattere di Anatolij emerge bene, così come la grandissima stima di Simone nei suoi confronti. Una bella testimonianza di amicizia che consiglio agli appassionati di montagna.