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Intensa, inquieta, combattiva. Può essere definita in questi modi l’amicizia tra Elsa Morante e Goffredo Fofi: da un lato una scrittrice affermata che voleva fare la rivoluzione attraverso la letteratura (da ricordare la bella recensione che lo stesso Fofi scrisse del Mondo salvato dai ragazzini sui Quaderni piacentini); dall’altro un critico che ha sempre creduto nella mobilitazione collettiva seppure al prezzo di una “vocazione minoritaria”. La chicca conclusiva è rappresentata dal Piccolo Manifesto dei Comunisti (senza classe né partito), in cui mettendo in guardia dalla falsa rivoluzione, Elsa Morante contrappone la “libertà dello spirito” al Potere “disonore dell’uomo”.