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Dettagli

2022
26 aprile 2022
192 p., Brossura
9788806252885

Descrizione

Sabrina Efionayi ha due madri. Una è Gladys, la sua madre biologica, che è nata in Nigeria ed è venuta in Italia a diciannove anni per lavorare e sostenere la famiglia rimasta a Lagos; non sapeva che il suo mestiere sarebbe stato vendere il proprio corpo. L'altra è Antonietta, è napoletana, e non immaginava che un giorno Gladys avrebbe attraversato la strada tra le loro case e le avrebbe messo in braccio Sabrina, chiedendole di occuparsi di lei, di diventare sua madre. Non lo immaginava, ma quando è successo ha accettato. Da quel momento Sabrina si è ritrovata in una situazione speciale, perché i rapporti con la sua madre biologica, con le sue origini, non si sono interrotti, e cosí lei è cresciuta tra Castel Volturno e Scampia, tra Prato e Lagos, cambiando famiglia, lingua, sguardo e cultura, in costante ricerca di un centro di gravità. Un'identità complessa, la sua, che già il nome racconta: Sabrina, come la figlia dell'aguzzina di Gladys, scelto per compiacerla; Efionayi, come un uomo che non è il padre, ma che le ha dato un cognome.

Valutazioni e recensioni

5/5
Recensioni: 4/5
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Recensioni: 5/5

bella storia

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Il romanzo sincero, lineare, potente, di una giovane donna che a soli vent'anni ha vissuto molto piú di una vita. Consiglio anche l’ascolto del podcast “Storia del mio nome” prodotto da Chora Media è disponibile sulle principali piattaforme gratuite, per integrare e completare la conoscenza di Sabrina Efionayi, che racconta del rapporto difficile con le sue “due madri, diverse come poche al mondo, legate da piú di quanto possano immaginare”: la sua madre biologica, Gladys, e Antonietta, la madre che l’ha cresciuta, che c’era sempre e che le ha fatto scoprire se stessa e la vita. I rapporti con le sue origini non si sono interrotti, e cosí Sabrina cresce tra Castel Volturno e Scampia, tra Prato e Lagos, cambiando famiglia, lingua, sguardo e cultura, in costante ricerca di un centro di gravità su “quell’altalena su cui ero salita. Quel non sentirmi mai abbastanza italiana o abbastanza nigeriana, ha continuato a dondolare per anni, senza darmi il tempo di capire chi o cosa dovessi essere. Ero nata in Italia eppure quello Stato non mi riconosceva in quanto italiana.” È una storia potente, per nulla insolita, purtroppo, per le tematiche che tratta e per il focus che mette su certe illegalità che permeano il mondo come il racket della prostituzione, lo spaccio, il razzismo ecc… Consigliatissimo, anche per farsi un esame di coscienza e pensare a quanto tutti tendiamo a dire “non sono razzista eh, ma…” Penso che trovarsi dall’altra parte aiuti a prendere le distanze da certi modi di pensare e di fare comuni.