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Anno edizione: 2022
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Vincenzo Malinconico è tornato ed è alle prese con un'ingiusta causa. D'amore. Già, c'è di mezzo l'amore anche stavolta, ma un tipo d'amore con cui Malinconico non ha avuto ancora a che fare, professionalmente parlando: l'amore impantanato, quello di chi pensa di avere diritto a un risarcimento per il dolore. Perché è proprio questo che gli chiedono gli Impantanati, sei donne e due uomini uniti in una strampalata associazione: di intentare una causa epocale per danni da sinistri sentimentali. E l'assurdo può sembrare a tratti possibile, al piú eccentrico avvocato d'insuccesso di sempre. Sono anni, e tanti libri, che le parole di Malinconico ci risuonano in testa. Qualche volta abbiamo persino seguito i suoi consigli non richiesti. Ed eccolo di nuovo qui, fedele nel ridersi addosso un attimo dopo aver detto una cosa che sembrava quasi vera.
L'amore può ingolfare una vita, metterla in attesa, in balia degli anni che passano. Tutti conosciamo coppie sfinite da rapporti senza futuro: amori dove i progetti, i desideri e persino i diritti ristagnano. A volte è proprio il legame, il problema. I rapporti di forza, il tempo sul groppone, il presente che dà dipendenza. Poi capita che una mattina la parte debole si svegli e decida che è venuto il momento di fare i conti. È quello che succede nella sesta avventura di Vincenzo Malinconico, l'avvocato delle cause perse ancor prima d'essere discusse, quando Veronica, la sua compagna, gli manda in studio una coppia di amici che gli chiedono d'intentare, con una class action, una causa epocale per l'infelicità di coppia. La pretesa dei due, apparentemente demenziale (ma Malinconico è avvezzo a questo genere di situazioni), si basa su un assunto neanche cosí sbagliato: se esiste un diritto privato, perché la sfera privata dei sentimenti non dovrebbe andare soggetta alla stessa legge che regola i rapporti patrimoniali? Fosse per Malinconico la chiuderebbe lí, anche perché ha altro di cui occuparsi (Alagia che sta per farlo diventare nonno, Alfredo in fibrillazione per il suo primo cortometraggio, uno strano figuro che lo pedina), ma finisce per cedere alle insistenze del suo socio Benny e si ritrova a partecipare con lui agli incontri degli Impantanati. E noi lo sappiamo bene: quando Malinconico si fa trascinare in una situazione che gli sta stretta, sbrocca ma riesce persino a divertirsi. Sicuramente a farci divertire come non mai, in questo che è uno dei romanzi piú mossi e vivi di Diego De Silva. Fra risate, battibecchi, colpi di scena e ordinarie drammaturgie familiari, Malinconico riuscirà ad articolare una stralunata difesa. Ma di se stesso, soprattutto.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Diego De Silva e l’avv. Malinconico si confermano un’accoppiata vincente. Come sempre De Silva racconta più storie che s’intrecciano, apparentemente senza motivo alcuno, e sempre con il povero Malinconico al centro di tutto, suo malgrado. Tra battute, eventi “surreali” ( forse mica tanto) però, c’è sempre una di quelle perle di saggezza banali, che tutti noi pensiamo e crediamo siano troppo stupide per essere dette ad alta voce. Non è di certo un libro introspettivo, di formazione o che ti porta a riflettere sul senso della vita, ma tra una battuta e un’altra ti fa sorridere ( io ho riso a crepapelle, in verità ) e riflettere sulla semplicità delle cose. Super consigliato!
Deludente questo libro della serie dell’avvocato Malinconico…. Non ho trovato scorrevole la lettura, anche se a tratti risulta simpatica , un po’ insulsa e sconclusionata la trama . Non lo consiglio, dalla lettura di un libro mi aspetto che mi lasci anche una sola riflessione significativa
Trovo originale il protagonista Vincenzo Malinconico e le sue peripezie quotidiane. Parallelamente sto anche seguendo la serie su Raiplay che a mio dubbio risulta più scorrevole rispetto alla lettura del libro. La modalità di scrittura risulta per me abbastanza difficoltosa da seguire In conclusione il format serie tv risulta più vincente del romanzo
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