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Anno edizione: 2022
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Questo volume raccoglie alcuni fra gli articoli più sconvolgenti ed emozionanti di Anna Politkovskaja, racconti agghiaccianti che nella loro scarna obiettività rievocano episodi e tracciano ritratti di persone comuni travolte dalle tragedie della storia.
Il 7 ottobre 2006 Anna Politkovskaja è stata ritrovata nell'androne della sua casa moscovita uccisa da quattro colpi di arma da fuoco. Dopo pochi giorni avrebbe pubblicato sul giornale «Novaja Gazeta» i risultati di una sconvolgente inchiesta sulle torture perpetrate in Cecenia dai russi – l'ultimo reportage di una carriera giornalistica sempre all'insegna del coraggio, della verità, della lotta per i diritti e la dignità umani, per la libertà e la democrazia. Quella che ancora, in Russia, non c'è. Testimone scomoda, sempre in prima linea, ha vissuto sulla propria pelle e raccontato al mondo senza mezzi termini i lati più oscuri della Russia post-sovietica, gli episodi più drammatici, dalla strage di bambini nella scuola di Beslan al sequestro di ostaggi al Teatro Dubrovka, alla guerra cecena. Questo volume raccoglie alcuni fra i suoi articoli più sconvolgenti ed emozionanti, racconti agghiaccianti che nella loro scarna obiettività rievocano episodi e tracciano ritratti di persone comuni travolte dalle tragedie della storia: la donna che allattava i piccoli ostaggi di Beslan, il bambino ceceno che a undici mesi si è visto rapire la mamma, la madre del guerrigliero "desaparecido", le vittime della pulizia etnica a Mosca... Le parole della Politkovskaja rivelano il terrificante clima quotidiano di una Russia lacerata da violenze e soprusi che si vuole tenere nascosta.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
È stata una lettura difficile per l’immensità dei temi trattati ma anche una fondamentale verità da conoscere. Mi ha aperto gli occhi su un tema di cui non sapevo nulla e ha aumentato la mia consapevolezza.
Ero in treno quando Anna fu uccisa... avevo la radio sul mio mp3 e diedero la notizia... Uccisa mentre rientrava a casa con le buste della spesa... Qualcosa di "comunemente banale", che facciamo tutti noi ogni giorno... e quella violenza cieca che raccontava nei suoi articola sulla Novaja Gazeta, Anna se la ritrovò li materializzata di fronte a se... una violenza vigliacca che lei decise di combattere con la sua penna contro le armi di una Russia sotto la morsa di un tiranno. Il fatto che i terroristi del Teatro Dubrokva volessero parlare solo con lei, credo sia indicativo di quanto questa donna fosse temuta dal Governo russo. In questi scritta, c'è il senso della "verità".
Senza troppi giri di parole, Anna ci mette di fronte a realtà indicibili, all'indifferenza ed alla corruzione del sistema politico russo. Probabilmente troppo sola per sostenere tutto il peso di questa verità. Emozionante, nonostante il taglio giornalistico e assolutamente da leggere come in un continuo con l'altro suo libro Cecenia. Per non dimenticare e non rendere inutile questo straordinaria inchiesta per cui Anna ha perso la vita...
Recensioni
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