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Anno edizione: 2024
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Il maestro Thilliez ha colpito ancora: in quest’ultimo straordinario thriller il freddo del profondo Nord quebecchese penetra nelle ossa del lettore e lo accompagna fino all’ultima pagina mentre i vari ingranaggi si incastrano perfettamente, rivelando un quadro d’insieme tanto complesso quanto mostruoso.
Nessuna strada porta a Norferville.Nessuna strada permette di uscirne.Nell’universo ostile del Grande Nord, nessuno ti può sentire urlare.
«Quel posto non si dimenticava, si annidava in fondo allo stomaco come un demone chiuso a riccio e si palesava di notte per grattarne le pareti, finché non ti svegliavi urlando».
Léonie è una “mela”: rossa fuori, bianca dentro. Così l’hanno sempre chiamata i nativi americani della riserva, perché è figlia di una madre innu e di un padre bianco. È cresciuta a Norferville, una piccola cittadina mineraria tagliata fuori dal mondo, nel Grande Nord canadese. Dopo la chiusura della miniera, Léonie abbandona la sua terra di ghiaccio e si ripromette di non rimetterci mai più piede, perché Norferville l’ha brutalizzata lasciandole una ferita che non si rimargina. Ma la vita decide altrimenti e, vent’anni più tardi, Léonie si ritrova costretta a tornare in quel luogo maledetto e affrontare una volta per tutte i fantasmi del passato. Ad altre latitudini, Teddy Schaffran – un criminologo di successo che indossa un’enigmatica benda da pirata sull’occhio sinistro – è tormentato da un antico dolore. Anche lui ha un grosso conto in sospeso con Norferville e le sue sorti sono destinate a incrociarsi con quelle di Léonie. Al centro di tutto, un efferato omicidio che solleva enormi interrogativi e scoperchia un vaso di Pandora di cui Léonie è determinata a vedere il fondo.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L’autore qui cambia registro rispetto alle sue precedenti opere. È più un poliziesco che un thriller psicologico. Carino.
Rispetto agli altri suoi libri mi sono trovata davanti righe su righe che emanavano il freddo disumano di Norferville. Senza rendermene conto mi sono trovata io stessa immersa fino alle ginocchia nella neve e come Teddy spaesata nel trovare un luogo così remoto anche affascinate. Nonostante ciò il testo risulta, rispetto ai precedenti, meno intrigante sul piano narrativo. Ho visto meno colpi di scena e alcuni tratti lineari. E la linearità è una cosa che Franck Thilliez non ama raccontare.
L'ultimo romanzo di Thilliez è più un poliziesco che un thriller psicologico (per cui è più conosciuto). Narrazione ben fatta, un vero page turner, ottimo nelle descrizioni riesce a far percepire il freddo estremo dei luoghi in cui è ambientato. La trama manca un po' di pepe, fino a metà libro è molto intrigante ma lascia troppe questioni aperte oltre che essere un po' scontato
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