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Anno edizione: 2020
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Una famiglia normale scopre un giorno di essere diventata speciale. Due adolescenti milanesi scoprono un giorno di avere la pelle nera, quando vengono insultati su un autobus. Com'è la nuova quotidianità di una mamma adottiva in un paese razzista?
«Caro Salvini, sono una mamma adottiva di due splendidi bambini africani». Gabriella Nobile, madre adottiva di due bambini nati in Congo e in Etiopia, ha cominciato così la sua lettera a Matteo Salvini, poco prima delle elezioni politiche di marzo 2018. «Volevo ringraziarla perché sta regalando ai miei figli dei momenti di terrore davvero fuori dal comune. Mia figlia di sette anni prima di andare a letto mi chiede: Ma se vince quello che parla male di noi mi rimandano in Africa? E piange disperata. Mio figlio, invece, prende l'autobus per andare agli allenamenti di calcio quasi tutti i giorni e da un paio di mesi mi racconta gli insulti che è costretto a subire». La lettera di Gabriella è diventata subito virale. Decine di madri in tutto il paese si sono riconosciute nelle sue parole piene di indignazione e di coraggio. Così hanno raccontato la propria storia, testimoniando episodi di violenza fisica e verbale che in comune hanno un elemento inquietante: il razzismo. Un fenomeno che avevamo confinato nel passato torna a far parte della vita di tutti i giorni. Difendersi da soli, però, è molto difficile. Per questo Gabriella ha fondato Mamme per la pelle, un'associazione che ha lo scopo di coinvolgere madri italiane e straniere, che siano adottive, biologiche o affidatarie, per difendere i figli che subiscono discriminazioni per le proprie origini e sostenere le loro famiglie. Questo libro racconta l'Italia che crediamo di conoscere e saper proteggere meglio, quella delle nostre famiglie, e ci costringe ad aprire gli occhi sulla quotidianità della violenza discriminatoria, che dal dibattito pubblico è capace di penetrare fin dentro le mura di casa.Indice
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