Jules Verne è stato uno scrittore francese. Figlio primogenito di un avvocato, a lui spettava di proseguire la professione del padre. Ma fin da ragazzo rifiutava gli studi e si aggirava per la città e le banchine del porto, avido di racconti marinari e avventurosi. Il fratello Paul, più fortunato, potè seguire la sua vocazione e arruolarsi in marina per poi viaggiare, come aveva sempre sognato insieme a Jules. Questi invece, dopo una breve avventura - quando dodicenne riuscì a imbarcarsi su un mercantile diretto in America, venendo subito scovato, redarguito e rispedito a casa – venne mandato a Parigi per seguire gli studi di giurisprudenza. Ma il ragazzo non si applicava e questa negligenza incrinò presto i rapporti con il padre, che gli tolse la rendita mensile che gli serviva a sopravvivere: egli prese a trascorrere le sue giornate in biblioteca, per riscaldarsi e per poter leggere romanzi d'avventura e di viaggi. Aveva infatti promesso, dopo quella bravata sul mercantile, che non avrebbe più viaggiato, se non con l'immaginazione. Fu durante una di quelle lunghe giornate che, per puro caso, si imbattè in A. Dumas. L'aneddoto racconta che il giovane cadde addosso allo scrittore scivolando come un monello dalla ringhiera di una scala. Dumas lo prese in simpatia e lo introdusse nell'ambiente letterario. Nonostante l'innata attrazione per la letteratura scientifica e i diari di viaggi e d'avventura, V. cominciò a scrivere sceneggiature teatrali, commedie e libelli. Con l'aiuto di Dumas riuscì a vendere qualche lavoro e ottenne il posto di segretario al Théàtre Lyrique (1850). Scrisse anche libretti di "opera comique" con scarso successo. Nel 1856 sposò una ricca vedova, Honorine Anne Hebe-Morel, che risolse finalmente il problema della sua sussistenza economica. Nel frattempo concluse gli studi voluti dal padre e divenne agente di cambio. Il lavoro però non lo interessava affatto, mentre continuava ad alimentare la passione per la lettura. Frequentando i circoli scientifici conobbe Felix Tournachon, con il quale progettò dettagliatamente un viaggio in pallone. Fortunatamente non riuscì a salire su quel pallone, mentre il suo amico precipitò malamente dopo un breve volo. Da allora cominciò a scrivere il diario di bordo di quell'ipotetico viaggio. Il lavoro venne rifiutato da tutti gli editori a cui lo presentò, finché non lo propose a Jules Hezel, editore per ragazzi. Cinque settimane in pallone (Cinq semaines en ballon) venne pubblicato nel 1863 ottenendo una buona accoglienza e V. firmò un contratto per due romanzi all'anno; da allora ne scrisse 60, con straordinario successo. Non perse mai la passione per il teatro e si occupò della versione teatrale di alcuni tra i suoi romanzi più famosi. Si ritirò ad Amiens, dove divenne consigliere municipale e fu attivissimo cittadino. La celebrità gli procurò anche dei nemici: nel 1886 un pazzo gli sparò davanti al cancello di casa ferendolo a una gamba e rendendolo zoppo. Lo scrittore non si verdette d'animo e continuò a lavorare fin oltre i settant'anni.
* L'Enciclopedia della Letteratura (DeAgostini)