Scrittrice inglese. Compì la sua educazione quasi interamente in casa, sotto la guida del padre ecclesiastico.
Nel 1801 si trasferì con la famiglia a Bath; nel 1805, dopo la morte del padre, a Southampton; poi, nel 1809, a Chawton, Hampshire, dove scrisse quasi tutti i suoi romanzi.
Profondamente attaccata alla famiglia, in particolare alla sorella Cassandra, la Austen non si sposò mai e trascorse un’esistenza raccolta e casalinga, interrotta solo da brevi visite a Londra e ai luoghi di villeggiatura sulla costa meridionale inglese.
Il suo primo romanzo completo a noi pervenuto è L’abbazia di Northanger (Northanger abbey), pubblicato solo nel 1818.
Il romanzo è centrato sul tema della maturazione di una giovane ingenuamente romantica, convinta, all’inizio, che la vita sia fatta a somiglianza dei romanzi «gotici» della Radcliffe (dei quali il libro costituisce la garbata parodia) e che alla fine arriva a comprendere, realisticamente, la realtà quotidiana.
Lo stesso tema (la maturazione di un’anima romantica attraverso l’esperienza) è al centro di Ragione e sentimento (Sense and sensibility, 1811), iniziato nel 1797 col titolo di Elinor and Marianne, e ritorna in Orgoglio e pregiudizio (Pride and prejudice, 1813), rifacimento del giovanile e non pubblicato Prime impressioni (First impressions, iniziato nel 1796).
Anche in Mansfield Park (1814), romanzo di complessa struttura narrativa e di ammirevole sincerità, in Emma (1816), considerato uno dei suoi capolavori, e in Persuasione (Persuasion), che fu pubblicato postumo insieme a Northanger Abbey ed è forse la sua opera più ricca e sottile, l’autrice compie un’analisi dei rapporti tra valori personali e valori sociali e della validità delle emozioni come guida del comportamento.
Il mondo descritto non si estende mai al di là dei limiti della vita e degli ambienti da lei direttamente conosciuti; ma il suo fine tocco ironico, la sua prosa elegante e fredda, la sottigliezza con cui analizza e descrive il conflitto tra esigenze psicologiche e morali di varia natura conferiscono a questa narrativa una non comune complessità e collocano la Austen tra i più grandi nomi del romanzo inglese.