Nome d'arte di Raymond N. Kienzle, regista statunitense. Proveniente da studi di architettura, dopo aver lavorato in radio e in teatro, nel 1947 realizza un folgorante debutto con La donna del bandito, gangster-movie asciutto e melanconico, seguito l'anno successivo da I bassifondi di San Francisco – dramma giudiziario con H. Bogart che difende un giovane accusato di omicidio – il cui vero soggetto è però l'aspro confronto tra le generazioni. Il diritto di uccidere o Paura senza perché (1950) è un amaro ritratto di Hollywood nella figura dello sceneggiatore Dixon Steel (ancora Bogart): un film intriso di cinismo e violenza. Nel western crepuscolare Il temerario (1952), mette in scena ancora una volta un uomo tormentato e inasprito dalla vita (R. Mitchum), che si mantiene esibendosi nei rodei, ma che proprio durante uno di questi finirà ucciso. Nel 1954 realizza il suo capolavoro, Johnny Guitar, che utilizza nuovamente un'ambientazione western per narrare una vicenda cupa, ossessiva e tragica: quella della proprietaria di saloon Vienna (J. Crawford), ingiustamente condannata all'impiccagione e salvata da Johnny (S. Hayden). Attraverso un sapiente uso del colore, Ray mette in scena due perdenti che, grazie alla loro tenacia, riescono a sconfiggere le istituzioni corrotte. Gioventù bruciata (1955) consacra J. Dean come simbolo di una generazione ribelle e senza speranze: ancora una volta il regista non lesina critiche a una società incapace di comprendere le ragioni dell'individuo. A conferma del suo talento, si possono citare ancora Vittoria amara (1957), film di guerra ben descritto dal titolo, Il dominatore di Chicago (1958), che fonde gangster-movie e melodramma, e i due kolossal Il re dei re (1961) e 55 giorni a Pechino (1963), nei quali Ray riesce a rimanere padrone della sua idea di cinema. Nel 1973, con gli studenti dei suoi corsi di cinema, gira We Can't Go Home Again. Nick's Movie - Lampi sull'acqua (1980) è l'agghiacciante omaggio di un suo grande ammiratore, W. Wenders, che riprende R., coregista del film, negli ultimi mesi della sua vita, segnata dal cancro. Opera intrisa di lirismo e al tempo stesso fredda operazione intellettuale, Nick's Movie resta il giusto tributo a un regista che ha appassionato schiere di critici e cinefili: i «Cahiers du Cinéma», in particolare, gli hanno tributato un'ammirazione entusiastica.