"Propr. Thomas Jeffrey H., attore statunitense. Privo di una formazione professionale specifica, si distingue per lo stile fresco e spontaneo. Debutta come attore teatrale e televisivo e quindi s'impone al cinema prima con l'originale Splash - Una sirena a Manhattan (1984) di R. Howard, con Big (1988) di P. Marshall e poi con il sofferto ruolo di un avvocato malato di Aids in Philadelphia (1993) di J. Demme, con il quale vince l'Oscar e inaugura una parata di magistrali interpretazioni che segnano gli anni '90: vince un secondo Oscar con il premuroso idiota di Forrest Gump (1994) di R. Zemeckis, un giovane che cresce secondo i dettami del «right citizen» vecchia maniera e che imprevedibilmente raggiunge sempre miracolosamente il successo, senza però accorgersi che gli Stati Uniti stanno cambiando pelle; è poi l'orgoglioso astronauta di Apollo 13 (1995) di R. Howard; il capitano coraggioso di Salvate il soldato Ryan (1998) di S. Spielberg e, infine, il naufrago di Cast Away (2000) di R. Zemeckis, che lotta contro gli elementi naturali, il dolore fisico, la solitudine e il pericolo dell'autodistruzione psicologica per scoprire, una volta salvato e ritornato al mondo civile, di aver perso la donna che amava e di dover ricominciare da capo. Passato alla regia, dirige l'innocuo Music Graffiti (1996). Nel 2002 offre una nuova performance di altissimo livello interpretando il gangster braccato dalla mafia nella Chicago anni '30 in Era mio padre di S. Mendes, mentre due anni dopo, nel 2004, conferma la sua predilezione per personaggi candidi e ingenui, ma portatori di verità, interpretando l'esule dell'Est costretto a vivere recluso dentro i confini dell'aeroporto dalle autorità americane in The Terminal di S. Spielberg. Benché il suo nome figuri tra quelli dei promotori di un sodalizio per la tutela degli attori in carne e ossa contro la minaccia egli attori digitali, sempre nel 2004 si presta generosamente a un esperimento propostogli da R. Zemeckis per Polar Express, dove riesce a dar vita contemporaneamente a ben cinque personaggi diversi grazie alla nuova tecnica di ridisegno digitale del corpo dell'attore denominata performance capture. Dimostra poi doti da trasformista in Ladykillers (2004) di E. e J. Coen, dove è il colto ladro dalla dialettica forbita. Dopo il ruolo da protagonista nel controverso kolossal Il codice Da Vinci (2006) di R. Howard, recita in La guerra di Charlie Wilson (2007) di M. Nichols, nella parte del vizioso senatore del Texas che negli anni '80 si prodiga per gli aiuti ai ribelli afghani contro l'invasione sovietica."