Propr. J. Byron D., attore statunitense. Nato in una famiglia metodista, giovanissimo perde la madre e, a causa dei rapporti conflittuali con il padre, viene allevato dagli zii in una fattoria a Fairmount. Si avvicina al mondo dello spettacolo con piccole apparizioni televisive e teatrali. Nel 1952 si iscrive all'Actor's Studio di L. Strasberg e ottiene i suoi primi successi a Broadway, vincendo un premio come miglior attore esordiente. Notato dal regista E. Kazan, viene scelto per interpretare il ruolo del fragile e ribelle Caleb Trask, in perenne lotta con un padre severo e prepotente, nel dramma psicologico La valle dell'Eden (1955). È la consacrazione: critica e pubblico sono concordi nell'affermare che è nata una stella e il giovane solitario e sbandato è uno dei pochi attori a ricevere una nomination all'Oscar al primo film. La sua carriera prosegue con altri due film di grande impatto: Gioventù bruciata (1955) di N. Ray accanto a N. Wood e Il gigante (1956) di G. Stevens con E. Taylor e R. Hudson, in cui ripropone il personaggio introverso e violento, a metà tra frustrazione e sfrontatezza, a lui congeniale. Nasce un mito: milioni di giovani americani si identificano in lui e nei ruoli che propone sul grande schermo, adottano il suo look (jeans, maglione pesante, trasandatezza esibita, rifiuto della cravatta) e si ritrovano nel suo misto di spavalderia e timidezza, candore e ribellione. La sua storia personale e il tormentato amore per l'attrice A.M. Pierangeli, ostacolato dalla cattolica madre di lei, contribuiscono ad aumentare la simpatia collettiva nei suoi confronti. Nel 1955, quando non sono ancora concluse le riprese di Il gigante, muore a soli ventiquattro anni schiantandosi contro un albero in un incidente stradale a bordo della sua Porsche da competizione. L'anno seguente riceve un Golden Globe postumo come miglior attore drammatico. Il suo mito è periodicamente celebrato a Hollywood: tra i documentari che ne ripercorrono la leggendaria carriera, da ricordare La storia di James Dean (1957) di R. Altman, che lo evoca anche in Jimmy Dean, Jimmy Dean (1982).