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Award Premio Napoli - Narrativa - 2017
Nationality Letteratura: Italia
L' Arminuta
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L' Arminuta - Donatella Di Pietrantonio - copertina
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Arminuta

Descrizione


Vincitore Premio Campiello 2017
Vincitore Premio Napoli 2017. Sezione Narrativa.

Per raccontare gli strappi della vita occorrono parole scabre, schiette. Di quelle parole Donatella Di Pietrantonio conosce il raro incanto. La sua scrittura ha un timbro unico, una grana spigolosa ma piena di luce, capace di governare con delicatezza una storia incandescente.

«Ero l'Arminuta, la ritornata. Parlavo un'altra lingua e non sapevo piú a chi appartenere. La parola mamma si era annidata nella mia gola come un rospo. Oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza»

Ci sono romanzi che toccano corde cosí profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con L'Arminuta fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell'altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia cosí questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all'altro perde tutto - una casa confortevole, le amiche piú care, l'affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l'Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo.
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Dettagli

1
2017
162 p., Rilegato
9788806232108
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Indice

Le prime pagine del romanzo

A tredici anni non conoscevo piú l’altra mia madre.
Salivo a fatica le scale di casa sua con una valigia scomoda e una borsa piena di scarpe confuse. Sul pianerottolo mi ha accolto l’odore di fritto recente e un’attesa. La porta non voleva aprirsi, qualcuno dall’interno la scuoteva senza parole e armeggiava con la serratura. Ho guardato un ragno dimenarsi nel vuoto, appeso all’estremità del suo filo.
Dopo lo scatto metallico è comparsa una bambina con le trecce allentate, vecchie di qualche giorno. Era mia sorella, ma non l’avevo mai vista. Ha scostato l’anta per farmi entrare, tenendomi addosso gli occhi pungenti. Ci somigliavamo allora, piú che da adulte.

La donna che mi aveva concepita non si è alzata dalla sedia. Il bambino che teneva in braccio si mordeva il pollice da un lato della bocca, dove forse voleva spuntargli un dente. Tutti e due mi guardavano e lui ha interrotto il suo verso monotono. Non sapevo di avere un fratello cosí piccolo.
– Sei arrivata, – ha detto lei. – Posala, la roba.
Ho solo abbassato gli occhi sull’odore di scarpe che usciva dalla borsa se la muovevo appena. Dalla stanza in fondo, con la porta accostata, proveniva un russare teso e sonoro. Il bambino ha ripreso la lagna e si è rivolto verso il seno, colando saliva sui fiori sudati del cotone stinto.
– Tu non chiudi? – ha chiesto secca la madre alla ragazzina che era rimasta immobile.
– Non salgono quelli che l’hanno portata? – ha obiettato lei indicandomi con il mento a punta.
Lo zio, cosí dovevo imparare a chiamarlo, è entrato proprio allora, in affanno dopo le scale. Nella calura del pomeriggio estivo teneva con due dita la gruccia di un cappotto nuovo, della mia taglia.
– Tua moglie non è venuta? – gli ha domandato la mia prima madre alzando il tono per coprire il lamento che aumentava tra le sue braccia.
– Non si muove dal letto, – ha risposto con uno scarto della testa. – Ieri sono uscito io a comprare qualcosa, anche per l’inverno, – e le ha mostrato la targhetta con la marca del mio cappotto.
Mi sono spostata verso la finestra aperta e ho deposto i bagagli a terra. In lontananza un frastuono numeroso, come sassi scaricati da un camion.
La padrona di casa ha deciso di offrire il caffè all’ospite, cosí l’odore avrebbe pure svegliato il marito, ha detto. È passata dalla sala da pranzo spoglia alla cucina, dopo aver messo il bimbo a piangere nel box. Lui ha cercato di tirarsi su aggrappandosi alla rete, in corrispondenza di un buco riparato grossolanamente con un intreccio di spago. Quando mi sono avvicinata, ha urlato di piú, stizzito. La sorella di tutti i giorni l’ha tolto con uno sforzo da lí dentro e lo ha lasciato sulle mattonelle di graniglia. Si è mosso gattoni, verso le voci in cucina. Lo sguardo scuro di lei si è spostato dal fratello a me, restando basso. Ha arroventato la fibbia dorata delle scarpe nuove, è salito lungo le pieghe blu dell’abito, ancora rigide di fabbrica. Alle sue spalle un moscone volava a mezz’aria sbattendo di tanto in tanto contro il muro, in cerca di un vuoto per uscire.
– Pure ’sto vestito te l’ha pigliato quello là? – ha chiesto piano.
– Me l’ha preso ieri proprio per tornare qui.
– Ma chi ti è? – si è incuriosita.
– Uno zio alla lontana. Sono stata con lui e sua moglie fino a oggi.
– Allora la mamma tua qual è? – ha domandato scoraggiata.
– Ne ho due. Una è tua madre.
– Qualche volta ne parlava, di una sorella piú grande, ma io non ci credo tanto a essa.
Di colpo mi ha stretto la manica del vestito tra le dita avide.
– Questo tra poco non ti entra piú. L’anno che viene lo puoi passare a me, stai attenta che non me lo rovini.
Il padre è uscito scalzo dalla camera da letto, sbadigliando. Si è presentato a torso nudo. Mi ha vista, mentre seguiva l’aroma del caffè.
– Sei arrivata, – ha detto, come sua moglie.

Valutazioni e recensioni

 robi
Recensioni: 5/5
L'Arminuta - Donatella di Pietrantonio

Ho letto poche volte un libro così bello. Scritto magistralmente, racconta una storia cruda ma capace di strappare, a momenti alterni, lacrime e sorrisi. L'ho divorato in un solo pomeriggio e non posso che conigliarlo a tutti!

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Silvietta
Recensioni: 2/5

Un libro senza infamia e senza lode. La storia è onesta e coinvolgente, specie verso la fine, quando incontriamo la protagonista più grande. La scrittura è essenziale, a volte criptica; mi sono accorta di dover tornare indietro a rileggere ciò che qualche riga più su avevo già dimenticato. Forse mi serviva più concentrazione o forse non è uno di quei libri per cui grido al capolavoro, nonostante i numerosi premi vinti. Scrittura a tratti un poco fredda, l’argomento dell’abbandono penso che potesse essere sviluppato puntando più sui sentimenti che sul mero resoconto. Solo una parte, verso la fine, in cui l’Arminuta viene inchiodata alla verità e anche il lettore riesce a capirne qualcosa di più, mi ha fatto tenerezza. “Nel tempo ho perso anche quell’idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza. È un vuoto persistente, che conosco ma non supero. Gira la testa a guardarci dentro. Un paesaggio desolato che di notte toglie il sonno e fabbrica incubi nel poco che lascia. La sola madre che non ho mai perduto è quella delle mie paure.” Mi è piaciuto il rapporto con la sorellina Adriana, molto intelligente e matura per la sua età. Le ultime pagine rivelano il profondo legame che le univa, nonostante le iniziali difficoltà nel loro rapporto. Ho appreso che ne hanno tratto il film, e penso che lo metterò in lista. Proverò a leggere anche ‘Borgo Sud’ per completare la storia, e forse potrò ricredermi un po’…

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Marina
Recensioni: 4/5
Letto tutto d’un fiato

L’identità, le radici, i legami, l’abbandono, gli errori, le domande. E l’amore, direi. Perché l’amore non ha nulla a che fare con le definizioni. È una questione privata imprecisabile. Le pagine di questo libro me lo hanno ricordato a schiaffo. E il perché dobbiamo sperimentarlo in un modo o in un altro esercita su di me un grande fascino... Ma non era di questo che volevo parlare ma di questo libro, che ho letto d’un fiato.

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Recensioni

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Da leggere assolutamente
Recensioni: 4/5
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Conosci l'autore

Donatella Di Pietrantonio

1962, Arsita

Donatella Di Pietrantonio è un'autrice italiana. Laureata in odontoiatria all'Università dell'Aquila, ha esercitato la professione di dentista pediatrica. Si dedica in seguito alla scrittura, esordendo con il romanzo Mia madre è un fiume (Elliot 2011, Premio Tropea). Per Einaudi ha pubblicato L'Arminuta (2017), vincitore Premio Campiello 2017 e Bella mia, con cui ha partecipato al Premio Strega 2014 e ha vinto il Premio Brancati e il Premio Vittoriano Esposito Città di Celano.Escono sempre per Einaudi nel 2020 Borgo Sud e nel 2023 L’età fragile, vincitore del Premio Strega 2024 e del Premio Strega Giovani 2024.Fonte immagine: Maremosso

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